Covid, Anelli: “Chiediamo misure di controllo e non operazioni di maquillage”

FNOMCeO

La revisione dei conteggi dei pazienti positivi al Sars-CoV-2 negli ospedali, richiesta dalle regioni,  non convince la Federazione dei medici italiani (FNOMCeO).

“La modifica dei criteri non può essere un’operazione di maquillage che camuffi la tragicità e la portata della pandemia – ha spiegato il presidente Anelli -. I numeri dei contagiati, il trend dei positivi ricoverati in area non critica e nelle terapie intensive, comunque li si conteggi, sovraccaricano gli ospedali e i percorsi di cura territoriali; e portano allo stremo i professionisti, impegnati da due anni nella gestione della pandemia. Professionisti che si sentono, appunto, soli, mentre anche le Istituzioni pubbliche perseguono il pur comprensibile obiettivo di evitare nuove misure restrittive. Obiettivo che non può essere raggiunto né a scapito della sicurezza e delle condizioni di lavoro degli operatori né della salute dei cittadini”.

La questione, per la Federazione, è articolata e non può essere semplificata con una revisione dei conteggi. Diversi sono gli aspetti, ha aggiunto il presidente della FNOMCeO: “I pazienti positivi, anche se entrano in ospedale per altre patologie, richiedono comunque procedure di isolamento, personale dedicato, obbligato, come fa presente il sindacato Anaao-Assomed, a lunghe procedure di vestizione e svestizione. Sottraggono risorse umane ed economiche a un sistema che deve farsi carico anche di tutte le altre patologie. Assistiamo, in questi giorni, a causa dell’elevato numero di contagi, alla riconversione di interi reparti, al dirottamento del personale sui pazienti positivi. Di conseguenza, vengono rimandati i ricoveri e gli interventi non urgenti, con il rischio che si aggravino le condizioni cliniche dei pazienti, l’allungamento delle liste d’attesa e il relativo sovraccarico del territorio. Tutti, alla fine, ne pagheremo il prezzo, medici e cittadini”.

Quindi, una procedura, quella del riconteggio, sulla quale non mancano le perplessità. In virtù di questo aspetto, l’appello al Governo ed in particolare al ministro della Salute, Roberto Speranza, “di valutare attentamente e con la giusta prudenza la richiesta delle Regioni e di rappresentare al presidente del consiglio Mario Draghi l’amarezza della Professione Medica e la richiesta di misure che, controllando l’epidemia, mettano i medici e gli operatori nelle condizioni di svolgere in condizioni adeguate il loro lavoro a salvaguardia della salute”.

Giuseppe Colamonaco

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