Covid. Campania proroga contratti al personale sanitario, Uil chiede la stabilizzazione

Il segretario Uil Salerno

È stato prorogato al personale sanitario reclutato per l’emergenza covid in Campania il contratto a tempo determinato sino al 31 dicembre 2022. Un provvedimento che riguarda circa 6mila unità, non rientranti nel fabbisogno ordinario, reclutati nel febbraio del 2020. In pratica, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha dato mandato alla Direzione Generale per la Tutela della Salute e il Coordinamento del Sistema Sanitario Regionale, di procedere ad emanare una circolare che preveda la proroga di tutti i contratti a tempo determinato ed i rapporti di collaborazione stipulati dalle Aziende Sanitarie della Campania, per il contrasto all’emergenza Covid-19, sino al 31 dicembre del prossimo anno.

La proroga è stata bene accolta dalla Uil Fpl, ma ha lanciato un appello: “stabilizzare i lavoratori della sanità”. A spiegare i motivi di tale scelta il segretario Donato Salvato: “Un passo avanti fatto su pressione dei sindacati. Da tempo ci stiamo battendo contro il precariato. Ora però nella Finanziaria, anche se non ancora esecutiva, abbiamo la possibilità di stabilizzare il personale assunto per l’emergenza covid dopo 18 mesi, e non dimentichiamo la legge del 2017 che parla di 36 mesi di servizio, anche non continuato. Mettendo insieme queste cose bisogna continuare la battaglia per non perdere questi lavoratori, rendendoli stabili e risolvendo i problemi della nostra sanità, dopo anni di blocco delle assunzioni che ha ridotto il personale in termini di oss, infermieri e medici”. L’avvento della pandemia ha evidenziato le diverse criticità di cui soffre il sistema sanitario nazionale, in particolare la carenza di personale. Ecco perché, i sanitari reclutati per l’emergenza sanitaria del Covid-19, sono un patrimonio da non perdere. “Non possiamo far ricorso a loro solo nel momento dell’emergenza. E’ una cosa che un Paese democratico non può permettere”, ha sottolineato il segretario Salvato.

Giuseppe Colamonaco

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