La medicina del futuro alla Sapienza. L’Ateneo romano ed i partner del Life Science Excellence Hub illustrano 16 progetti altamente innovativi e strategici che cambieranno il modo di fare medicina.
Giovedì 23 febbraio 2023, alle ore 10.00, presso l’Aula magna della Facoltà di Lettere e filosofia, si terrà l’evento di presentazione dei 16 progetti strategici dedicati alle Scienze della vita, frutto della sinergia di università, enti di ricerca e numerose imprese del territorio nell’ambito del “Programma operativo regionale del Lazio 2014-2019”. I Progetti sono stati prodotti dal network Life Science Excellence Hub (LSEH), realtà co-finanziata dal Fondo europeo di sviluppo regionale di cui Sapienza è capofila e che coinvolge anche l’Università Cattolica del Sacro Cuore, il Consiglio nazionale delle ricerche, l’Istituto superiore di sanità, l’Istituto italiano di tecnologia, l’Università Campus Bio-Medico di Roma.
“I 16 progetti che vengono presentati – dichiara la rettrice Antonella Polimeni – rappresentano cosa avviene quando si mettono insieme una qualità scientifica di altissimo livello, amministratori territoriali sensibili, collaborazioni con organismi di ricerca prestigiosi e partner scientifici e industriali competitivi. La nostra Università sente profondamente la responsabilità del suo ruolo di capofila, per noi lavorare per valorizzare la ricerca nel campo delle Scienze della vita vuol dire contribuire attivamente a una sanità pubblica in grado di offrire alle cittadine e ai cittadini cure accessibili e prestazioni sanitarie di alta qualità.”
All’evento parteciperanno i Rettori delle Università partner, i Presidenti degli organismi di ricerca coinvolti, o loro delegati, i rappresentanti di Lazio Innova e della Regione Lazio e il responsabile scientifico dei progetti per Sapienza Domenico Alvaro. Nel corso dell’incontro la Prorettrice alla Ricerca della Sapienza Maria Sabrina Sarto coordinerà una tavola rotonda che illustrerà le attività del Life Science Excellence Hub.
I progetti di ricerca e sviluppo LSEH hanno l’obiettivo di disseminare e trasferire le conoscenze maturate dagli enti scientifici all’interno del tessuto produttivo del territorio, promuovendo una proficua sinergia con piccole e medie imprese, una collaborazione destinata a dare risposte alle esigenze della sanità pubblica grazie a idee lungimiranti e innovative.
Alcune di queste sono finalizzate alla realizzazione di dispositivi miniaturizzati per la diagnosi precoce e non invasiva di malattie, lesioni o infezioni (come immunosensori elettrochimici per l’individuazione di patologie gastrointestinali, analisi a cavità ottica di microscopia per la valutazione di lesioni profonde della pelle, diagnosi microbiologica integrata per la sepsi), altri sono pensati per il monitoraggio continuo e in tempo reale della salute dei soggetti soprattutto di quelli più fragili.
È stato ideato un sistema che registra frequenza cardiaca, respirazione e sudorazione, soprattutto in ambiti lavorativi e sportivi o dispositivi medici basati sull’utilizzo di un biosensore capace di individuare, in pochi minuti, la presenza nei liquidi biologici di antigeni o anticorpi indicativi di malattia infettiva o protezione vaccinale.
L’interesse dei ricercatori si è indirizzato in buona parte verso il potenziamento di sistemi innovativi per migliorare l’assistenza di anziani e soggetti fragili: il Robot di servizio, grazie a specifiche capacità cognitive e interazionali, percepisce l’ambiente circostante, interagisce fisicamente con il paziente, monitorandone i miglioramenti; alcuni progetti lavorano direttamente sull’ambiente domestico (sensoristica, telemedicina, assistente vocale, domotica IoT – Internet of Things – e computer vision) rendendolo un caregiver virtuale, una casa del futuro per anziani e soggetti fragili.
Sul piano della mappatura genetica, uno studio riguarda la realizzazione del primo database Genoma-Microbioma sulla Sindrome di Down; particolare interesse è rivolto al miglioramento della diagnostica per immagini, attraverso metodiche non nocive alla salute, ad esempio per evidenziare la caratterizzazione di danni microstrutturali e forme di degrado delle funzioni cerebrali associabili a patologie neurologiche. A questi si aggiungono i progetti per migliorare le terapie antitumorali nella direzione di una medicina sempre più personalizzata e di precisione.
I Progetti del LSEH si sono misurati sin dalla loro fase embrionale con l’emergenza Covid-19, nonostante le difficoltà sono stati portati avanti con successo. Non solo, la pandemia ha contribuito dare ad ogni progetto una forte attenzione alla prevenzione e al monitoraggio nella tutela della salute pubblica.