Legge di bilancio 2023, Smi: “Niente per medici e sanità!”

Sindacato medici

Il segretario generale dei Sindacato Medici Italiani (Smi), Pina Onotri, è intervenuta recentemente sulla Legge di Bilancio 2023, evidenziandone diverse criticità.

“L’approvazione di un emendamento della maggioranza parlamentare in Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati alla legge di bilancio 2023  che stabilisce l’innalzamento dell’età pensionabile  a 72 anni per i medici dipendenti e convenzionati del Servizio Sanitario Nazionale, seppure in forma volontaria, rappresenta il tratto regressivo di questa manovra e certifica che non  sono previste risorse per i medici, né tanto meno progetti  concreti “, così Pina Onotri, Segretario Generale Sindacato Medici Italiani (Smi).

“Si sta andando incontro, a grandi passi, verso la non erogabilità dei livelli essenziali d’assistenza e la ingovernabilità del Servizio Sanitario Nazionale, nel mentre  sono iniziati i lavori per realizzare le opere previste dal PNRR, ospedali di comunità e case della salute per il cui funzionamento saranno necessari nuovi medici. Tutto questo a fronte della carenza ormai strutturale in tutto il Paese di medici della medicina generale e di quelli delle specialistiche ospedaliere”.

“Un orizzonte  più che mai fosco tento conto  anche del via libera della Conferenza Stato-Regioni all’intesa al riparto delle risorse (a valere sul fondo sanitario nazionale e quindi non aggiuntive) della misura prevista dalla legge di bilancio per l’assunzione di personale per le nuove strutture dell’assistenza territoriale (Case della Comunità, Ospedali di Comunità, Unità di continuità assistenziale e Centrali operative territoriali)  che non prevede ulteriori risorse per i medici”.


“Siamo basiti dal modo in cui, dopo la pandemia, si stanno affrontando le criticità del nostro SSN. Lo ribadiamo: occorrono remunerazioni per medici in media con quelle europee unitamente ad uno stop dell’impego di cooperative e soggetti privati che determineranno aumenti dei costi e un impatto sfavorevole sull’organizzazione dei servizi sanitari, per fermare la fuga dei medici dal SSN”.

“Il Governo ci ascolti, oppure saremo costretti a proclamare lo stato di agitazione e lo sciopero per difendere i diritti dei medici e l’unitarietà delle prestazioni mediche e sanitarie del nostro Paese”.

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