La formazione nelle università italiane in osteopatia e chiropratica è stata rinviata di alcuni mesi, in particolare per quanto concerne la definizione dell’ordinamento didattico. Il passo che le associazioni di riferimento attendevano lo si legge nel resoconto pubblicato sul portale ufficiale del Senato della Repubblica delle commissioni 1ª e 5ª riuntite lo scorso 10 gennaio 2023.
In virtù della conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, nel resoconto in questione si legge: “L’articolo 6, comma 5, proroga (dal 31 dicembre 2022) al 30 giugno 2023 il termine per l’emanazione del decreto di definizione dell’ordinamento didattico della formazione universitaria in osteopatia e in chiropratica nonché gli eventuali percorsi formativi integrativi”.
Sono 24 gli articoli del decreto-legge, relativi a diverse argomentazioni (comprese l’osteopatia e la chiropratica), che il presidente Balboni (Fdi) ha illustrato ai colleghi senatori. In particolare il presidente – si legge sempre dal resoconto – “pur assicurando l’intenzione di svolgere un confronto quanto più possibile ampio, sottolinea la necessità di approvare il provvedimento in tempo utile per consentire all’altro ramo del Parlamento di esaminarlo con la necessaria ponderazione, lasciando impregiudicata la possibilità di una eventuale terza lettura. Poiché il decreto-legge è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 29 dicembre, è opportuno licenziarlo in sede referente entro il 27 gennaio, in modo che l’Assemblea possa approvarlo, in prima lettura, entro il 3 febbraio”.
Inoltre, “nell’esprimere l’auspicio che sia possibile fissare un calendario dei lavori in modo condiviso, anche a nome del presidente Calandrini propone di invitare i soggetti da audire a trasmettere alle Commissioni riunite contributi scritti. Nel caso che invece sia ritenuta irrinunciabile un’audizione in presenza, questa potrebbe svolgersi già questa settimana”.
La strada per l’osteopatia e la chiropratica sembra ormai disegnata e, salvo la presentazione di ulteriori emendamenti, i corsi universitari in Italia dovrebbero essere redatti già per fine giugno di quest’anno.
gc
