Osteopatia ferma al palo: nessun corso universitario, nessuna equipollenza

Osteopatia

La professione di osteopata normata recentemente e pubblicata in Gazzetta Ufficiale, come professione sanitaria, è ancora ferma al palo. In Italia, nonostante il riconoscimento dello Stato, mancano i corsi universitari e le equipollenze per chi già pratica la professione. Sembrava cosa fatta, ma, al momento, gli unici a rappresentare l’osteopatia e gli osteopati sono le diverse associazioni presenti sul territorio italiano.

Basta visitare il portale della  Federazione nazionale degli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e prevenzione, per rendersi conto che ci sono tutte (19 professioni sanitarie), tranne l’osteopatia. Eppure, gli osteopati sono dei professionisti sanitari per legge, ma rimangono ai margini in un limbo inspiegabile. Lo Stato e gli organi ministeriali competenti sono in ritardo ed a spingere sono solo le associazioni di categoria che chiedono dignità professionale al pari delle altre professioni sanitarie.

La vicenda sta diventando un caso europeo ed alcune associazioni stanno avviando numerose sollecitazioni agli organi preposti, persino una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.  Insomma, siamo ad una fase di stallo che dura da moltissimi mesi e all’orizzonte non si vedono passi concreti. Serve assolutamente una accelerazione, sia da un punto di vista formativo con l’avvio dei corsi di laurea triennale (previsti per legge) e sia da un punto di vista professionale per coloro che praticano la professione tramite l’equipollenza.

gc

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